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(S)LEGATI LA MORTE SOSPESA – L’ARRAMPICATA RACCONTATA A TEATRO

TEATRO IN QUOTA: L’ARRAMPICATA RACCONTATA IN TEATRO ATTRAVERSO LA VERA STORIA DEI DUE ALPINISTI JOE SIMPSON E SIMON YATES.

L’arrampicata a teatro? com’è possibile raccontare di sport su un palco? Ti ho già parlato di quanto sia magico l’incontro tra sport e teatro in quest’articolo sul pugilato. Un incontro inaspettato perché di solito le grandi storie sportive vengono rappresentate al cinema. Invece Mattia Fabris e Jacopo Bicocchi, creatori del TEATRO IN QUOTA, sono andati fuori dai soliti schemi. Grandi amici, appassionati entrambi di arrampicata e di teatro, un giorno hanno avuto l’idea di unire le loro passioni e di creare un progetto: portare la metafora della montagna su un palco e soprattutto nei rifugi, a contatto con chi vive l’emozioni di questa disciplina.

Nella storia di questi due alpinisti, tratta dal libro  scritto da Joe Simpson  intitolato La morte sospesa di cui hanno fatto anche un film, c’è tutto: il sogno, l’amicizia, la paura di fallire, l’imprevisto, la forza di andare avanti e altro ancora. Probabilmente pur parlando di montagna, sarà inevitabile per te trovare delle similitudini con ciò che tu stesso sei costretto ad affrontare ogni giorno. Magari sei in cerca di qualche risposta su come superare le difficoltà, o come sia possibile mantenere calma e lucidità mentale in una situazione estrema.  Ti assicuro che vivere quest’esperienza a teatro, ti mette a dura prova dal punto di vista emotivo e anche mentale. Per deformazione professionale infatti, devo dirti che ho trovato molto interessante osservare l’atteggiamento mentale dei due protagonisti cogliendo degli spunti molto utili. Se sei abituato a vivere lo sport solo in palestra, sui campi o al cinema, ti invito a provare un esperienza diversa  e a sfruttare la magia del teatro. E’ un modo per guardare  la tua mente da un’altra angolazione ed essere consapevole di quanto  essa sia capace di visualizzare, creare immagini e connessioni in modo veloce e automatico, fornendoti le risposte che cerchi. Uno modo diverso di apprendere come persone come Joe e Simon siano riusciti a superare le difficoltà e soprattutto le loro paure.

LA STORIA ( tratto dal sito Teatro in Quota)
Gli attori Jacopo Bicocchi e Mattia Fabris

Gli attori Jacopo Bicocchi e Mattia Fabris

Joe Simpson e Simon Yates  E’ la storia di un sogno ambizioso, il loro: essere i primi al mondo a scalare il Siula Grande, attaccato dalla parete ovest. Ma è anche la storia di un amicizia, e della corda che, durante quella terribile impresa, lega questi due ragazzi. La corda che mette la vita dell’uno nelle mani dell’altro. Come sempre avviene in montagna. C’è dunque una cima da raggiungere. C’è la estenuante conquista della vetta. C’è la gioia dell’impresa riuscita. E infine, quando il peggio è passato, e la strada è ormai in discesa, c’è la vita, che fa lo sgambetto e c’è la morte, che strizza l’occhio: un terribile incidente in alta quota. Joe durante una banale manovra si rompe una gamba.

Da quel momento in poi, tutto cambia. L’impresa diventa riuscire a tornare vivi: a 5.800 metri, la minima frattura si può trasformare in una condanna a morte, i due ragazzi ne sono consapevoli, ma nonostante le condizioni disperate tentano un operazione di soccorso.

Tutto sembra funzionare finché, proprio quando le difficoltà paiono superate ecco che c’è un altro imprevisto, questa volta fatale: e c’è allora  il gesto, quel gesto che nessun alpinista vorrebbe mai trovarsi obbligato a fare: Simon è costretto a tagliare la corda che lo lega al compagno. Un gesto che separa le loro sorti unite. Che ne (s)lega i destini per sempre. Quell’atto estremo però, in questo caso miracoloso, salverà la vita a entrambi: tutti e due, riusciranno a tornare vivi al campo base. E a ritrovarsi insperatamente lì dopo 4 giorni. E’ la storia di un miracolo. Di un avventura al di là dei limiti umani. Ed è al contempo una metafora: delle relazioni, tutte, e dei legami.

La montagna diventa la metafora del momento in cui la relazione è portata al limite estremo, in cui la verità prende forma, ti mette alle strette e ti costringe a “tagliare”, a fare quel gesto che sempre ci appare così violento e terribile, ma che invece, a volte, è l’unico gesto necessario alla vita di entrambe.

 

L’ESPERIENZA IN TEATRO DA PARTE DI CHI PRATICA L’ARRAMPICATA ( di Luca Oliverio)

Per chi come me frequenta le montagne, la storia di Joe Simpson e Simon Yates è una di quelle che prima o poi ti arrivano. Molti appassionati avranno avuto l’amico che gli ha consigliato il libro o avranno scovato il film tra le visioni più gettonate e consigliate. Questa storia racconta di un’avventura tra due amici. Come tutti i settori specifici, la montagna è un mondo fatto di un suo linguaggio e di sue regole. Con questo spettacolo, Jacopo e Mattia fanno comprendere a tutti  quali siano i fattori che possono concorrere nel determinare il successo di una salita. Tale ambiente a volte rende estreme le scelte: o comprendi quale sia la cosa giusta da fare in una determinata situazione, oppure le conseguenze possono essere drammatiche. I fattori che influenzano queste scelte sono tantissimi e passano dalle condizioni climatiche (presenti e presunte future), ai pericoli oggettivi, allo stato fisico e mentale della cordata. Si perché è di cordata che si parla. Di una corda che oltre ad unire meccanicamente i due scalatori, è anche un trasmettitore di emozioni. Attraverso di essa scorre energia, coraggio, forza, oppure al contrario paura, insicurezza, stanchezza.

Penso che il segreto del successo di questo spettacolo risieda proprio nella scelta di raccontare questa storia con il solo utilizzo di una corda, l’elemento che rende unica l’esperienza alpinistica e trasforma due persone distinte in una sola entità la quale arriverà all’obiettivo desiderato soltanto se riuscirà a rimanere “una cordata”.

I due attori hanno avuto la grande capacità di arrivare alle emozioni di tutti e di calarli lassù, sulla parete ovest del Siula Grande, a provare le sensazioni di Joe e Simon: la fatica, il freddo, il ritmo della salita, il senso di cordata, la paura, il dolore, la gioia. Non da ultimo ci hanno raccontato che l’amicizia è un qualcosa che può andare oltre, anche di fronte agli eventi che hanno reso a dir poco unica la loro vicenda.

TRAILER (S)LEGATI – IL TOUR PRESSO I RIFUGI

 Ti garantisco che per l’intera durata dello spettacolo, mi sembrava di essere lì con loro in mezzo alla bufera. Riuscire a trasmettere tutta la tensione e l’atmosfera della storia, avendo come unico supporto una corda non è facile. Niente scenografia, niente effetti speciali come al cinema. Solo loro due sul palco o nel rifugio, che con estrema bravura e cura del dettaglio tecnico dell’arrampicata spiegato molto bene anche per chi come me non la pratica,  riescono a coinvolgere lo spettatore aiutandolo a creare dentro la sua mente, le immagini di queste scene cariche di emozioni.

Per  date e info sullo spettacolo puoi visitare il sito Teatro in quota di Jacopo Bicocchi e Mattia Fabris

(foto tratte da google e sito teatro in quota)

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Aurora

 

 

 

 

 

 

Aurora Puccio
About Aurora Puccio
Ciao! Sono Aurora la mia filosofia è invitare le persone a guardare le cose da angolazioni differenti, partendo dall'atteggiamento mentale con il quale si osserva una situazione. Lo sport è la mia più grande passione insieme ad altre forme artistiche come teatro e scrittura, che in questi articoli si intrecciano con armonia per darti degli spunti sull'allenamento mentale.
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