image Credenza Sociale – Bohemian Rhapsody non avrà mai successo image Samantha Cristoforetti | L’importanza di sognare in grande

Come mettere fuori gioco la Mente dell’avversario

Come mettere fuori gioco la Mente dell’avversario

Non spegnere la tua ispirazione e la tua immaginazione; non diventare schiavo degli schemi.
Vincent Van Gogh

In questa giocata di Bernard Tomic c’è un po’ della genialità di un suo illustre predecessore Michael Chang che nel lontano 1989, da perfetto sconosciuto, si divertiva a far arrabbiare il numero uno al mondo: il cecoslovacco Ivan Lendl decisamente più forte di lui. Ma Chang non si scompose.  A un certo punto del match, in preda anche ai crampi,  consapevole di avere poche chance di vincere, decise di uscire fuori dagli schemi convenzionali battendo il servizio dal basso verso l’alto.

Questo episodio mandò su tutte le furie Lendl che si lamentò anche con il giudice di gara. Essendo il servizio regolare, il giudice non poteva  di certo intervenire ad ammonirlo come pretendeva il numero uno.

Lendl continuò a perdere concentrazione, tanto era indispettito. Visto che la strategia stava funzionando, Chang proseguì ad applicarla. A questo aggiunse anche il rimandare la palla oltre la rete sempre con il “pallonetto”, in modo tale da avere qualche secondo in più per recuperare. Un gesto tecnico perfettamente regolamentare ma non usato abitualmente nel gioco.

Alla fine di un match molto combattuto sui 5 set,   Michael Chang  batte agli ottavi il numero uno al mondo e poi continua la sua corsa fino in finale dove vince contro un altro mostro sacro del tennis: lo svedese Stefan Edberg

Così, a soli 17 anni,  Chang diventa il più giovane vincitore di un torneo del grande slam: il Roland Garros. Ti sembra poco? Guarda questo brevissimo video dove si vede il suo servizio 🙂

 

Come mettere fuori gioco la Mente dell’avversario

Adesso contestualizziamo questa giocata ripresa anche da Bernard Tomic e perché ha funzionato.

In ogni disciplina ci sono dei gesti tecnici che rispettano in tutto il regolamento tecnico ufficiale e che non vengono mai presi in considerazione. Almeno fino a quando qualcuno, fuori dagli schemi, non li mette in pratica.  Questo accade perché si è mentalmente concentrati su quello che si è sempre fatto. Non si è allenati a pensare diversamente. A riflettere su come un gesto potrebbe avere un’evoluzione tecnica differente. Magari da non usare sempre, ma proprio per spiazzare l’avversario. Una strategia efficace soprattutto nei momenti in cui  quelle classiche non funzionano, e occorre per forza attuare un cambiamento se si vuole dare una svolta alla partita e darsi una possibilità di vittoria.

La genialità di Michael Chang, dovuta sicuramente alla sua giovane età, dal non avere nulla da perdere condita da una buone dose di coraggio per eseguirla in un grande slam, nel tempio del tennis francese e davanti a milioni di telespettatori, ha  mandato mentalmente in tilt il numero uno al mondo.  Lendl ha spostato il focus su ciò che stava accadendo perdendo completamente di vista i suoi punti di forza, concentrazione ed efficacia nel gioco.

Adesso vediamo cosa avrebbe potuto fare in questa situazione. Prima di tutto… non lamentarsi con il giudice ( in altri sport è l’arbitro). È il ruolo predisposto per far rispettare il regolamento di gioco… non tecnico. Ha ricercato un aiuto esterno su una cosa che avrebbe dovuto sapere già fosse regolare in quanto il servizio di Chang rispettava tutte le caratteristiche richieste. Non ricevendo il sostegno dal giudice, con il pubblico divertito,  in lui è aumentata la frustrazione che la sua mente, colta di sorpresa, non era più in grado di gestire.

Andando invece ad analizzare la strategia di Chang, ha individuato, nel rispetto delle regole,  il punto emotivo debole di Lendl (arrabbiarsi)  e poi ci ha costruito sopra la sua vittoria. Esattamente come fece nel pugilato Ali contro Foreman in un incontro epico che puoi leggere in questo mio articolo dal titolo: la strategia del più debole

La mente è abitudinaria

La mente ama le abitudini e sentirsi nella zona di comfort. Quando si trova davanti a qualcosa di inaspettato fatica a ritrovare  l’equilibrio subito. Ha bisogno di tempo per assestarsi e registrare “la novità” archiviarla come elemento conosciuto e quindi la prossima volta per lei non sarà più una novità.

Ed è questo il punto: mentre nella vita di tutti i giorni potresti  avere più tempo per abituarti al nuovo, in una gara devi essere in grado di  contrastare “la novità” il più velocemente possibile. Più diventi abile in questo fondamentale, più se ti dovesse capitare un avversario fuori dagli schemi, riuscirai a contenerlo.

Viceversa chi pensa fuori dagli schemi deve essere abile, creativo e coraggioso ad applicare la strategia a “sorpresa” nel momento giusto evitando di ripetersi nel tempo proprio perché l’effetto poi svanisce. Spesso queste strategie sono impopolari e incontrano resistenze se proposte all’interno di una squadra. Diverso il caso di uno sport individuale dove potrebbe presentarsi questa possibilità tra atleta e allenatore, ma con un margine maggiore di probabilità nell’applicazione se c’è totale fiducia tra  le parti.

Ecco il motivo per cui sostengo che nello sport, oltre la tecnica che soddisfa le esigenze della parte razionale, occorre cimentarsi in una qualsiasi forma artistica ( pittura, scrittura, teatro, musica o altro che richieda “creatività”). Grazie a queste attività artistiche si allena la parte irrazionale creativa utile in gara per gestire gli imprevisti. Se questa viene poco allenata non è abituata a creare connessioni con rapidità.

Nel caso della storia appena citata, la reazione di Lendl è di un atleta estremamente razionale, ma questo tengo a precisare resta una mia personale opinione. Per cui in atleti con una forte propensione alla razionalità, risulta più semplice poterli spiazzare.

La mente ha sempre bisogno di allenare entrambe le parti: razionale/logica e irrazionale/intuitiva – istintiva.

Ecco il motivo per cui è importante considerare l’allenamento mentale parte integrante di quello tecnico.

Alla fine Lendl…dove ha perso? 🙂

Buon allenamento mentale!

Aurora

(video tratti da youtube e immagini da google)

 

 

Aurora Puccio
About Aurora Puccio
Ciao! Sono Aurora la mia filosofia è invitare le persone a guardare le cose da angolazioni differenti, partendo dall'atteggiamento mentale con il quale si osserva una situazione. Lo sport è la mia più grande passione insieme ad altre forme artistiche come teatro e scrittura, che in questi articoli si intrecciano con armonia per darti degli spunti sull'allenamento mentale.
Related Posts
  • All
  • By Author
  • By Category
  • By Tag
2 comments

Leave a Reply

Your email address will not be published.