image Sport Mental Coach – Considerazioni Olimpiche Tokio 2020 e Setterosa image Dalla crisi alla rinascita del gioco interiore – INTERVISTA

Elogio alla paura come alleata della prestazione

ELOGIO ALLA PAURA COME ALLEATA DELLA PRESTAZIONE

La paura vista da un’altra prospettiva

 di Aurora Puccio
“L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco il coraggio è questo. Altrimenti non è coraggio ma incoscienza”.
Giovanni Falcone – magistrato ucciso dalla mafia il 23 Maggio 1992

Ho scelto volutamente di iniziare questo argomento con la citazione del magistrato siciliano Giovanni Falcone ucciso dalla mafia il 23 Maggio 1992 e non con una prettamente sportiva per far riflettere sulla percezione che abbiamo della paura che alle volte diventa eccessiva in senso negativo.

Continuare a svolgere la propria attività di magistrato convivendo ogni giorno con la paura di poter essere ucciso, come poi di fatto è accaduto, dovrebbe farvi accendere una lampadina ben chiara sulla strategia migliore da adottare per averla come alleata piuttosto che come nemica.

Nel caso dell’atleta, per fortuna, la maggior parte delle paure sono di questo genere:

  • Paura di fallire
  • Paura di commettere errori
  • Paura del giudizio altrui
  • Paura di non essere all’altezza
  • Paura di non raggiungere i propri sogni
  • Paura di deludere se stesso, genitori e allenatori
  • Paura di infortunarsi

(in fondo all’articolo trovate dei link di approfondimento in formato audio o da leggere)

Attenzione in quanto tali occorre portare loro il giusto rispetto senza sminuirle. Ma deve essere chiaro che continuando ad alimentarle pensando di farle scomparire è un illusione. Le paure bloccano il gesto tecnico, impediscono di esprimere il proprio potenziale.

La paura di morire avrebbe potuto bloccare Giovanni Falcone. Invece,  fino all’ultimo giorno della sua vita,  ha svolto il suo lavoro nell’inseguire il più grande dei sogni: sconfiggere la mafia con la legge.

COME FAR DIVENTARE LA PAURA UN’ALLEATA DELLA PRESTAZIONE

Occorre pensare in modo diverso, perché il pensiero è azione, e guardare la paura da una prospettiva funzionale alla prestazione e farsi domande di questo tipo:

  • Cosa la paura mi sta attenzionando?
  • Cosa posso fare affinché sia mia alleata?
  • Come voglio viverla?

Se fino adesso essere totalmente travolti dalla sua energia non ha, come immagino, prodotto effetti positivi se non al contrario rendere reali errori, giudizi che prima della gara si è solo ipotizzato, allora perché restare in questa situazione di stallo e non tentare invece nuove strade. Nuovi modi approcciare alla paura.

Smetterla ad esempio di combatterla e comprenderne la funzione dandole il giusto spazio all’interno del processo di allenamento del gioco interiore, cioè quella parte invisibile che  fa parte dell’allenamento mentale e che se allenata da il giusto supporto al gioco esteriore ovvero al gesto tecnico. ( Se vuoi approfondire leggi la storia dell’atleta Letizia Paruscio – La vittoria invisibile del gioco interiore)

È una questione di atteggiamento, di approccio. Credere di voler essere sempre perfetti è una strategia perdente. Una strategia limitante che limita il reale potenziale perché alimenta la sensazione di non essere mai abbastanza. Di non essere all’altezza e tende quasi sempre a spostare l’attenzione verso l’esterno alla ricerca di paragoni con gli altri.

Ciò a cui  l’atleta deve ambire è l‘eccellenza che si ottiene solo con una valangata di errori ognuno dei quali va visto come un codice informatico pieno zeppo di informazioni utili per continuare a migliorarsi.

La ricerca della perfezione non da margine di miglioramento per questo è inarrivabile ed è perfettamente inutile sprecare tempo a discapito dell’eccellenza.

Gli atleti di alto livello che hanno vinto tanto infatti ricercano l’eccellenza perché sono consapevoli che solo lei gli garantisce una prestazione costante nel tempo, replicabile ed efficace. Tanto è vero che esistono esempi di atleti olimpionici che hanno vinto  medaglie pur non effettuando la loro miglior prestazione.

Può succedere anche ai grandi. Ma siccome erano atleti eccellenti in tutto, a partire dalla mentalità, anche nella giornata diciamo storta, riescono lo stesso a vincere proprio perché hanno un atteggiamento mentale vincente rivolto all’eccellenza pur  impiegando la metà del loro reale potenziale.

UN PERCORSO DI ACCETTAZIONE E CONSAPEVOLEZZA

Continuando con le paure, dipendere dal giudizio altrui significa cedere l’energia del proprio potenziale all’esterno. Tanto nel bene o nel male avranno sempre qualcosa da dirvi. Se vincete saliranno con voi nel carro dei vincitori. Ma se perdete scenderanno subito perché è più difficile  avere il coraggio di restare nella sconfitta.

Mi rendo conto che è un allenamento  molto duro. Difficile e impegnativo. Ma il bello delle sfide sta proprio nella difficoltà del percorso. Se fosse facile lo farebbero tutti.

Occorre pertanto praticare un percorso di accettazione di consapevolezza delle paure come alleate della prestazione.

Cioè arrendersi all’idea che non si può  fare a meno di avere paura. Lei è parte integrante del processo di allenamento perché appartiene al genere umano in quanto tale. Accettare la sua presenza, conviverci, è la strategia migliore. E fateci caso poi quando riuscite a mettere in pratica questo processo come la paura stessa si trasformi in una nuova energia utile alla prestazione a cui possiamo dargli l’appellativo di coraggio.

Poi fatevene una ragione, la paura ritornerà nuovamente. Non vi abbandonerà mai. Ogni benedetta gara che farete della vostra carriera sarà sempre lì con voi. Si, tutte le volte. Per un motivo o per un altro sarà sempre lì con voi.

Una sorta di ciclo necessario affinché lasciate che la paura sia accanto a voi e vi suggerisca di prestare attenzione, di restare concentrati.

La paura non si gestisce. Si accoglie e si accetta. Occorre mettersi nelle condizioni migliori di affrontare la gara con  un certo grado di serenità impegnandosi ogni giorno in allenamento.

Buon allenamento
Aurora

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Il fallimento non esiste

LOSERS – Storie di falliti vincenti

La paura di vincere

LIBRO STORIA DEL SETTEROSA CON SPIEGAZIONI ED ESERCIZI DI MENTAL COACHING

Sport mental coach

Setterosa come le donne vincono in squadra è il manuale di mental coaching sportivo che ho scritto analizzando la performance della Nazionale Italiana di Pallanuoto femminile: il Setterosa. Unica squadra femminile ancora oggi ad aver vinto l’Oro Olimpico e tutti i titoli.

Oltre alle storie delle protagoniste, alle loro strategie mentali vincenti, ai meccanismi di squadra che le hanno rese leggendarie, ci sono anche i momenti di difficoltà, la paura di fallire, di non raggiungere gli obiettivi. Le sconfitte che hanno dato la spinta alla vittoria olimpica.

Ogni storia è poi seguita da un capitolo di Sport Mental Coaching dove viene affrontato un tema specifico dell’allenamento mentale e con esercizi pratici.

Infine la storia è contestualizzata nel momento storico dove le donne non potevamo praticare sport considerati solo al maschile e che ha fatto nascere in queste atlete la voglia di vincere sempre per poter ottenere la parità dei premi, le prime in Italia a ottenerlo.

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Aurora

(immagine pixabay)

 

Aurora Puccio
About Aurora Puccio
Ciao! Sono Aurora la mia filosofia è invitare le persone a guardare le cose da angolazioni differenti, partendo dall'atteggiamento mentale con il quale si osserva una situazione. Lo sport è la mia più grande passione insieme ad altre forme artistiche come teatro e scrittura, che in questi articoli si intrecciano con armonia per darti degli spunti sull'allenamento mentale.
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