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La forza mentale delle riserve vincenti

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LA FORZA MENTALE DELLE RISERVE VINCENTI

Il trailer che hai appena visto è tratto da un film sul Football Americano che ti suggerisco di vedere: si intitola
 Le RiserveIspirata a una storia vera quando nel campionato americano NFL del 1987 i giocatori entrarono in sciopero, i Washington Redskins vinsero tutte e tre le gare rimanenti con le loro riserve. Già questo è un primo indizio per cominciare a rompere gli schemi sulla credenza: “Con le riserve non si vince”. Se nella storia qualcuno ci è riuscito allora è replicabile 🙂

Le riserve vincenti della Nazionale Italiana di Volley (foto ansa)

Una squadra è vincente quando alle spalle ha una panchina di “riserve” forti anche dal punto di vista mentale. Se sei tra le riserve e pensi di non essere indispensabile… ti sbagli.  Se il tuo allenatore in quanto riserva non ti da la stessa importanza di un titolare… si sbaglia. Ieri sera al Forum di Assago di Milano, la nazionale maschile di pallavolo che sta disputando i mondiali, aveva già acquisito l’accesso alla Final Six di Torino. L’allenatore Blengini ha quindi schierato in campo la formazione delle riserve che ha battuto 3 a 1 l’Olanda. E non stiamo parlando di una squadra qualsiasi. Stiamo parlando di una nazionale per tradizione molto forte in questa disciplina.

Quest’evento mi offre l’opportunità di alzare l’attenzione sul ruolo fondamentale delle “riserve” spesso sottovalutato perché si tende a concentrarsi solo sui “titolari” pensando di poter contare su di loro sempre.
Il punto di partenza sono le persone. L’atleta è una persona. Può avere quindi alti e bassi. Se l’allenatore si sofferma solo sull’aspetto tecnico, senza mai prendere in considerazione che un titolare può avere anche le sue giornate o stagioni storte, prima o poi si ritrova nei guai.
Riservevincenti
Come mai un giovane atleta quando resta in panchina si convince di non essere bravo abbastanza? Perché il termine “panchina” o “riserva” è da sempre associato a questo concetto di scarsa considerazione che poi inevitabilmente genera un sentimento di sfiducia?
Col tempo il giocatore  si porta dietro questa convinzione ben radicata a livello inconscio. Poi all’improvviso un giorno si ha bisogno di lui e l’allenatore pretende, senza magari averlo fatto mai giocare, risolva la situazione in campo che il titolare, in quel momento umano anche lui, non è riuscito a concretizzare.
Il punto è, cara la mia riserva, che tu di fatto devi possedere una forza mentale superiore agli altri perché quando vieni chiamato in causa a partita cominciata, non hai il tempo di assestarti come accade per un titolare. Ma devi subito dare il meglio di te. Sai già che se sbagli ritorni in panchina perché non sei considerato un titolare.
Ma è qui che ti invito a cambiare punto di vista. Che te lo dica o no il tuo allenatore, tu sei importante per la squadra. Senza di te, senza quel momento in cui entri e fai il tuo dovere, la tua squadra non vince.
Allora fatti trovare sempre pronto.
Lascia perdere se il tuo allenatore non ti considera. Devi allenarti con la certezza che prima o poi lui avrà bisogno di te. A quel punto ti giochi le tue carte ma non per dimostrare a lui quanto vali. Ma per aiutare i tuoi compagni che hanno bisogno di te in quel momento.
Impara a riconoscere con obiettività il tuo valore. Non sperare nel riconoscimento esterno perché questo non potrebbe arrivare mai.
riserve vincentiMa adesso che ti ho fatto osservare la panchina dal tuo punto di vista, proviamo insieme a guardare la stessa cosa ma osservando il tutto con gli occhi dell’allenatore.
Dipende ovviamente dal contesto, dagli obiettivi da raggiungere e altro ancora, non è sempre facile per un allenatore dover gestire una squadra. Tu da atleta pensi a un rapporto UNO a UNO.
Lui in realtà ha un rapporto UNO a QUINDICI ( il numero dipende ovviamente dalla disciplina) Ti sembra facile ? C’è chi vuole giocare di più;  chi pensa di essere il super talento e non si impegna; qualcuno si lamenta che gli allenamenti sono troppi; c’è chi… devo continuare? 🙂
Premesso che non tutti gli allenatori sono uguali,  anche nel loro ruolo esistono quelli bravi e altri che devono lavorare ancora tanto per migliorarsi, ( nota che non ho usato la parola scarsi… perché tutti possiamo migliorare e perché se lui pensa di un giocatore che è scarso ti invito invece a pensare che il tuo allenatore ha margini di miglioramento 🙂 )
E per quanto tu non sia d’accordo a essere una “riserva”, devi avere fiducia totale nel tuo allenatore. Devi avere fiducia totale in te che avrai la tua occasione. Pertanto questo è un gioco interiore… fra te e i tuoi pensieri o paranoie mentali. Decidi tu come chiamarli :-)! Di certo restare focalizzato su di loro ti sta portando a qualcosa? Se la risposta è no,  allora cambia strategia. Difficile? Certo. All’inizio tutto è difficile. Specialmente se si parla di un gioco interiore. Ma se ti impegni a piccoli passi dopo tutto diventa più facile.
Per mettere in pratica concretamente questo allenamento ti darò qualche indicazione per allenare il gioco interiore poi però ricerca la tua modalità che funzioni per te.
1. Osserva i tuoi pensieri, il tuo stato d’animo (es: Non valgo niente. L’allenatore non mi considera. Sono scarso.)
2. Scrivilo su carta  ( se mi conosci ormai lo sai che insisto su questa modalità)
2. Elabora le informazioni arrivate dall’osservazione
3. Accetta la situazione
4. Chiediti cosa vuoi invece
5. Trasforma quel pensiero  che hai scritto in versione negativa, osservandolo da un altro punto di vista ( come ti ho fatto vedere prima) in uno positivo che ti faccia vedere un’opportunità da sfruttare.
6. Entra in azione. Dopo aver trasformato il pensiero a livello mentale (MENTE) occorre agire attraverso l’azione
( CORPO). Cosa farai di diverso la prossima volta che l’allenatore ti metterà nuovamente in panchina? Quale sarà il tuo stato d’animo? Di sfiducia o con un atteggiamento diverso di determinazione pronto a entrare a giocarti la tua carta?
Se solo noti anche un piccolo segnale di cambiamento… HAI VINTO.  E qui ti invito a festeggiare sempre. Perché la mente è come un cagnolino… ha bisogno del premio per ricordarsi che le prossime volte potrà replicare il nuovo meccanismo efficace.
Poi però continua a lavorarci su per consolidare il nuovo approccio, sapendo che cadrai altre volte nel tranello mentale. Ma conta solo le volte in cui ti rialzerai e ci riproverai nuovamente.
Adesso lo so che vorresti altre indicazioni. No mi spiace. Non te le darò per il tuo bene. Perché fino a quando troverai “la pappa pronta” e non impiegherai i tuoi fantastici neuroni in questa ricerca del gioco interiore, non sarai mai autonomo durante la tua prestazione. Coraggio. Sperimenta 🙂
Buon allenamento mentale!
Aurora
(foto volley by ansa, altre immagini tratte da google. Video Youtube)
Aurora Puccio
About Aurora Puccio
Ciao! Sono Aurora la mia filosofia è invitare le persone a guardare le cose da angolazioni differenti, partendo dall'atteggiamento mentale con il quale si osserva una situazione. Lo sport è la mia più grande passione insieme ad altre forme artistiche come teatro e scrittura, che in questi articoli si intrecciano con armonia per darti degli spunti sull'allenamento mentale.
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